La grafologia non va assolutamente confusa con il termine calligrafia in quanto mentre la prima studia il gesto dell’uomo in azione, la calligrafia ne studia solo la forma nella sua esteriorità.
Le belle calligrafie non sempre corrispondono a belle personalità, mentre grafie energiche, ritmiche anche se non esteticamente belle, possono rivelare caratteristiche innate assai interessanti!
Non esistono quindi scritture belle o scritture brutte: esistono semplicemente grafie che sono espressione di caratteristiche grafiche appartenenti a persone che sono riuscite a staccarsi da un modello scolastico per personalizzare i propri contenuti esteriori ed interiori riuscendo ad adattarsi in maniera più o meno positiva all’ambiente circostante.
Ogni scrittura è unica ed irripetibile come lo è la personalità di ogni individuo: lo studio della scrittura rivela ogni aspetto del comportamento dell’uomo, della sua psiche, del suo agire e reagire agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, del suo modo di rapportarsi verso se stesso e verso gli altri.
Uno studio dinamico della scrittura dell’individuo non può che cogliere l’uomo ed i cambiamenti del suo essere più profondo.
Più la scrittura è vergata in maniera spontanea, più l’uomo si rivela nella sua interiorità ed anche il tentativo di nascondere la propria identità viene smascherata dal rilevamento degli automatismi scrittori attraverso il riconoscimento di piccoli gesti comunemente chiamati ricci morettiani o gesti fuggitivi.
Un gesto fuggitivo che trovo interessante sia da un punto di vista grafologico–peritale che psicologico è il riccio del nascondimento. Il riccio rivoltato indietro sotto la parola indica una particolare attenzione ad occultare il proprio io ed il proprio pensiero e si può manifestare in una scrittura apparentemente fluida e spontanea il cui significato però porta il soggetto intenzionalmente ad agire “di nascosto” e a non dire quello che pensa veramente.
Ma quale è la dinamica psicologica della persona che ha il riccio del nascondimento?
Innanzi tutto è necessario precisare che in grafologia non esistono segni negativi o segni positivi : lo diventano se sono superiori alla media e se tutta la combinazione dei segni presenti nella scrittura concorre a creare un contesto eccessivamente negativo.
Ecco perchè ad es. qualche riccio del nascondimento sparso qua e là può indicare l’abilità ad occultare il proprio pensiero e in un contesto di grafia eccessivamente curva non va visto negativamente, anzi può correggere una natura eccessivamente portata ad adattarsi al pensiero degli altri con il mantenere una propria riservatezza .
Spingere il gesto indietro non è altro che la spinta psicologica ad indietreggiare, una spinta quasi impercettibile: questa spinta psicologica si verifica in grafie di quelle persone che hanno bisogno di mantenere un segreto, di non far capire quale è il loro vero pensiero intimo.
Questo segno non è indice di menzogna ma di occultamento della verità il cui principale motivo è di non far conoscere il proprio pensiero ed il proprio sentimento in modo tale che nessuno ne possa abusare con interpretazioni che possano in qualche modo danneggiare il soggetto .
Si pensi a quanto questo segno possa fare comodo ad una personalità politica o anche ad una persona che dice quello che non pensa anche quando sarebbe obbligato a farlo.
Da un punto di vista grafologico è il segno che tende all’introversione impegnando principalmente le facoltà psichiche in quanto le induce al ragionamento per lo scopo dell’autonascondimento.